Le piccole storie che aleggiano sui bivacchi d’alta quota.

I bivacchi sono rifugi non custoditi, ma strutture di emergenza o di appoggio temporaneo per alpinisti ed escursionisti. L’uso prolungato o improprio è da evitare.

I bivacchi sono a libero accesso e non prenotabili. Vige la regola del “chi arriva prima trova posto”, ma anche della condivisione e della solidarietà.

Tuttavia, non tutti i bivacchi sono uguali, e le modalità di utilizzo variano molto a seconda della loro ubicazione, del numero dei posti, della funzione e del gestore (Club Alpino, enti pubblici, fondazioni private).

Per sapere in anticipo chi può usarli, quando e in che modo, ci si può rivolgere, ad esempio, al Club Alpino Italiano,  se lo hanno in gestione, o alle guide alpine. Se il bivacco è in un parco nazionale o naturale, il sito ufficiale indica eventuali limitazioni d’uso.

Alcuni bivacchi sono “strategici” e in luoghi accessibili solo alpinisticamente.

Per esempio il Bivacco Solvay (4003 m, Cervino via Hörnli) si può utilizzare solo in caso di emergenza, come chiaramente indicato sia sul sito CAS che nelle guide. Non può essere usato come punto d’appoggio per salire il Cervino.

Per molti altri bivacchi andrebbe data la precedenza alle cordate che si fermano per la notte, prima di compiere una ascensione impegnativa.

Sul sito www.lovevda.it è riportato che i bivacchi sono “Ripari senza custode dove pernottare durante i trekking in montagna. A differenza dei rifugi, si tratta di ripari non custoditi. Occorre quindi portarsi cibo e dotazioni minime, lasciare in ordine gli spazi utilizzati e rispettare le indicazioni presenti nel bivacco. Solitamente aperti, in alcuni casi può essere necessario reperire le chiavi in anticipo. N.B. Alcuni bivacchi si raggiungono con escursioni di varia difficoltà mentre ad altri si arriva seguendo veri e propri percorsi alpinistici.  Tutti i percorsi escursionistici indicati sono da percorrere durante la bella stagione e solo in assenza di neve”.

Inoltre, la maggior parte dei rifugi custoditi d’estate, dispongono di un locale invernale sempre aperto.

Bivacco Alessandro Martinotti 2588slm al Ghiacciaio della Tribolazione Gran Paridiso
Bivacco Ugolini 3290slm al Monte Adamello (Montagna Sacra alla Patria)
Bivacco Canzio 3.818 slm all’estremità orientale del Colle delle Grandes Jorasses, tra la Calotte de Rochefort e la Punta Young delle Grandes Jorasses.
Bivacco Brunner 2667slm Pale di San Martino
Bivacco Kima (2750slm) Valle di Cameraccio si trova sul Sentiero Roma (senté róma) nel tratto Allievi-Ponti
Bivacco Oggioni 3151slm al Monte Disgrazia
Bivacco Quintino Sella 3370slm al Monte Bianco sotto la Tournette
Capanna Gugliermina (ex Valsesia) 3212slm bivacco per la Punta Parrot Gruppo Monte Rosa.
Il Bivacco Andrea Bafile M.d.V.M. 2669slm sulla cresta Mallucci-Monti Gran Sasso d’Italia.
Nell’estate 2024 la Sezione dell’Aquila del Club Alpino Italiano lo ha rimosso senza che ce fosse la necessità. Il manufatto aveva bisogno di una mautenzione ordinaria, come accadde nel 2013, quando alcuni volontari, in collaborazione dell’allora Corpo Forestale dello Stato, fecero in modo che lo storico Bivacco tornasse a nuova vita.
https://www.icorridoridelcielo.it/il-bivacco-bafile-completato/
Lo sperone roccioso dove sorgeva il Bivacco Andrea Bafile M.d.V.M.
La Capanna Luigina Resegotti, situata sul versante sud del Monte Rosa a 3.624 metri di quota, è un bivacco sempre aperto che si trova lungo la cresta Signal, vicino alla Punta Gnifetti. Costruita nel 1927 per onorare la memoria di Luigina Resegotti, alpinista scomparsa in una valanga, è stata ristrutturata più volte nel corso degli anni. La capanna è di proprietà del CAI di Varallo e offre 20 posti letto con materassi e coperte, oltre a una cucina con stufa a legna e fornello a gas .  
Il percorso per raggiungere la capanna parte da Alagna Valsesia e richiede circa sei ore di cammino, passando per il Rifugio Barba Ferrero e il ghiacciaio delle Locce. La salita è impegnativa e richiede l’uso di ramponi e picozza per superare il ghiacciaio e le rocce finali . La capanna è un punto di riferimento strategico per escursioni verso la Punta Gnifetti e la Punta Parrot, offrendo un panorama mozzafiato sulla valle sottostante.

Il Bivacco Giorgio Lubrano oggi intitolato alla memoria di Piergiorgio Desiati, tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico, posto a 1804slm tra il monte Prena e il monte Camicia, Gruppo Gran Sasso d’Italia.
https://www.icorridoridelcielo.it/il-tricolore-e-tornato-a-sventolare-sul-bivacco-giorgio-lubrano-oggi-intitolato-alla-memoria-di-piergiorgio-desiati-tecnico-del-soccorso-alpino-e-speleologico-della-stazione-dellaquila/
Il Gruppo di Cima Undici illuminato il Bivacco Mascabroni 2900slm
La Solvayhutte, quota 4003 sulla cresta dell’Hornli è la via di salita più semplice al Cervino.
E’ il percorso dei primi scalatori Edward Whymper, Rev. Charles Hudson, Lord Francis Douglas, Robert Hadow con le Guide Alpine Peter Taugwalder (padre e figlio) e Michel-Auguste Croz il 14 Luglio 1865.
La via segue integralmente la cresta attrezzata con numerose corde fisse che aiutano a superare i passaggi più impegnativi.
Tuttavia la quota e il grande impegno fisico richiesto per l’ascesa fanno di questa salita un’autentica IMPRESA.
A quota 4003m. nel 1868, venne costruito un primo ricovero su un gradino roccioso. Ma si distrusse a causa delle estreme condizioni della montagna una decina di anni dopo.
L’imprenditore belga Ernest Solvay finanziò il nuovo bivacco, inaugurato nel 1915 e costruito per mezzo di un’eroica e improvvisata teleferica di collegamento tra il rifugio Hornlihutte e il cantiere “sospeso” permettendo così di completare la nuova struttura che prese per sempre il suo nome!
QUESTO BIVACCO PUO’ ESSERE UTILIZZATO SOLO IN CASO DI EMERGENZA!
Sogno di molti alpinisti il Cervino, o “la Gran Becca” è sicuramente una montagna celebre anche tra i non appassionati di montagna tanto da diventare un simbolo iconico del mondo alpino!
 
Il bivacco Fusco alla Majella (quota 2.450 m) da cui si può ammirare l’anfiteatro delle Murelle
Il Bivacco Pelino (2700slm) in prossimità della vetta della Majella. È spartano ed essenziale otto tavole di legno sulle quali sistemare il materassino.

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