Aggiornamento sul riposizionamento dell’ex bivacco Giorgio Lubrano, oggi intitolato alla memoria di Piergiorgio Desiati, tecnico del Soccorso Alpino.

Cari amici,

ritengo doverosa, a questo punto, anche per tenere aggiornati tutti coloro che hanno voluto sostenere quest’opera con un contributo personale, una precisazione sullo stato dell’arte, dopo le varie problematiche che abbiamo dovuto affrontare e risolvere per la ricostruzione del manufatto.

Il bivacco fu costruito nel 1972 dall’Associazione  U.R.R.I. di Roma (Gruppo Speleologico del Lazio),  come ricovero durante l’esplorazione di Fonte Grotte, nella speranza di individuare  anche altre cavità in quella zona.  Intitolato alla  memoria del Capitano degli Alpini Giorgio Lubrano nato a Venezia il 12 luglio 1917, il quale assunse il comando della 34^ batteria il 30/12/1942, sostituendo il Cap. Begolli, che era stato ferito.  Decorato di C.G.V.M. (1941) nella campagna di Grecia e di M.d’A.V.M. nella campagna di Russia (1942-1943), cadde il 31/01/1943.  L’operazione fu finanziata da un parente dell’ufficiale.

Nell’autunno del 1999 il suddetto avamposto fu spazzato via da una violenta bufera di acqua e di neve per mancanza di una necessaria manutenzione ordinaria. Tuttora  è rimasto l’antico basamento con una legnaia annessa in precario stato e la Fonte  della Fornaca nelle immediate vicinanze.

La intrapresa ricostruzione di questo rifugio si è resa necessaria perché  in quella zona  orientale  del Gruppo del Gran Sasso  non vi è nessun ricovero,  qualora  ci fosse la necessità di ripararsi in caso di cattivo tempo, o di altro incidente di montagna.  Nello stesso tempo, poi, esso è  un’ottima base di  coordinamento per le operazioni di soccorso.  Infatti,  il  promontorio su cui è insiste la struttura, è ben lontano da pericoli di valanghe  o da altre  frane.  Solo nell’autunno-inverno  2019-2020,  ci sono stati  cinque interventi di soccorso proprio  in quell’area.  Inoltre, sarebbe anche il primo bivacco di alta montagna costruito nel nuovo millennio, proprio sulla catena del Gran Sasso, la più importante degli Appennini. Purtroppo ad oggi, dopo il noto incendio del settembre 2021, che ha distrutto il rifugio Fonte Vetica, tutta la vasta area è sprovvista di un ricovero.

Del suo riposizionamento  si cominciò a parlare già dal 2017, dopo un incontro nei locali dell’I.C.R.A. dell’Aquila,  tra l’Associazione “I Corridori del Cielo”, promotrice del progetto, e alcuni alpinisti amici di Piergiorgio.  Nel corso di questi anni il progetto per la ricostruzione ha subito vari intoppi, burocratici e non,  prima quello della Sezione Aquilana  del Club Alpino Italiano  (“…come è noto  il consiglio direttivo del Sodalizio Aquilano nel 2017 aveva approvato l’iniziativa per  tale ricostruzione,  mentre  l’esecutivo subentrato nel 2018, con una nota del 10 agosto dello stesso anno, comunicava di non sostenere più l’opera. Inoltre anche il Soccorso Alpino e Speleologico che, in un primo tempo, aveva patrocinato e supportato l’iniziativa, in virtù dell’intitolazione ad un loro tecnico, con la nomina del nuovo presidente regionale del S.A.S.A.,  decise di non sostenere più la ricostruzione”);   poi il commissariamento del comune di Calascio, proprietario di quella porzione di territorio dove insiste il bivacco, non ultimo l’aspetto finanziario che ha richiesto molteplici sacrifici.

Oggi,  grazie alla collaborazione e il sostegno della “UNIREST”, di  “2 Studio”, “Volare Architettura”, della “Ditta Santoferrara”,  del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza,  del Reparto Volo della GdF  di Pescara e al patrocinio dell’Università dell’Aquila, nonché grazie ai contributi della Fondazione CARISPAQ, di BNL-BNPPARIBAS, della Regione Abruzzo,  dei  Soci del Club 2000 e di tutti coloro che hanno voluto sostenere questa importante e strategica opera alpina, l’opera è stata ricostruita e verrà presto riposizionata in loco.

Il progetto della nuova struttura è stato avvantaggiato dal riutilizzo del vecchio basamento e delle strutture in cemento già esistenti in loco, in modo tale da ridurre al minimo gli impatti ambientali. Infatti, il manufatto è stato realizzato nei materiali più idonei alla località, che gli garantiscano la massima durevolezza nel tempo. In accordo con l’Esercito Italiano, che avrebbe assicurato il trasporto con un velivolo baricentrico: Chinook, la struttura è stata realizzata in unico blocco (box metallico coibentato di dimensioni m 6 x m 3 x m 2,5 circa peso 26 quintali). Durante il sopralluogo effettuato  dagli specialisti del Comando Aviazione dell’Esercito di Viterbo in data 21 giugno 2021, gli stessi ufficiali hanno chiesto di realizzare, per il sollevamento ed il trasporto in volo, sei punti di aggancio: quattro ai rispettivi lati esterni e due alle fiancate centrali. Tutto eseguito a “regola d’arte” e certificato.  Nel frattempo ci siamo concentrati sulla preparazione del basamento; la Guardia di Finanza (con gli elicotteri del Reparto Volo  e la Squadra del Soccorso Alpino), hanno movimentato maestranze e materiali verso il sito; GEOLAB dell’Università dell’Aquila ha fornito supporto tecnico geologico e analizzato il possibile rischio valanghe.  Nel mentre il Comune di Calascio, la Direzione del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, e gli uffici del Genio Civile hanno rilasciato i permessi necessari. 

Come già riportato in precedenza,  fin dalle prime fasi del progetto, l’Esercito aveva assicurato la “missione” guidando quindi le indicazioni di progetto. Tant’è che alcune variazioni e modifiche hanno determinato uno sforamento del piano finanziario redatto in precedenza.  Nelle numerose interlocuzioni con l’Esercito è stato sempre ribadito il carattere addestrativo e anche promozionale dell’operazione,  di sicuro impatto mediatico. Purtroppo, il regolare e concordato iter dell’operazione ha sofferto, a causa di situazioni esterne, quali la pandemia e le mutate condizioni geopolitiche, non ultimo le “anticipate” elezioni politiche, un forte rallentamento, che non ha ancora reso possibile il riposizionamento del bivacco, che, ultimato con tutti i descritti accorgimenti sin dal novembre 2021; si trova tuttora custodito nel Piazzale della Ditta UNIREST in Via della Crocetta snc, vicino al cimitero dell’Aquila. Entro il 2023 verrà posizionato.

In sintesi:

  • Il bivacco è una struttura di pubblica utilità, destinata alla fruizione della collettività e la cui valenza in termini di aumento della sicurezza nella frequentazione della montagna è accertata e affermata;
  • l’operazione è stata interamente finanziata con contributi privati e fondi pubblici (cioè dei contribuenti) concessi da cittadini, Associazioni e Amministrazioni, che hanno riconosciuto l’alta valenza dell’iniziativa;
  • il progetto ha visto, al momento, lavorare in sinergia varie Amministrazioni dello Stato a testimonianza della loro disponibilità, potenzialità ed alta professionalità;
  • il sopralluogo e le prove di sollevamento eseguite dal personale del Comando Aviazione dell’Esercito Viterbo hanno avuto esito positivo. In quella sede sono state inoltre indicate alcune varianti tecniche al manufatto, successivamente realizzate e certificate da professionisti abilitati; è stato poi ribadito il carattere addestrativo della missione di riposizionamento.

Il box terminato

Il basamento pronto per accogliere la nuova struttura.
Le maestranze al lavoro
Com’era il basamento prima della bonifica
L’interno del bivacco
Il trasporto
Lo scarico
Parcheggio
Facciata chiusa
Chiusura

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *