Rendiamo omaggio al Cap Pilota Giancarlo Vuanello e al Ten Pilota Marco Adinolfi

Il  Capitano Pilota Giancarlo Vuanello. Nato  a Erbusco (BS) il 9 aprile 1946, entrato in accademia di Pozzuoli nel 1966, prese il brevetto di pilota con il corso “Falco 3”.  Frequentò a Sant’Antonio in Texas  un corso per piloti di guerra ottenendo il brevetto “Combat Ready”. Tornato in Italia venne assegnato a vari stormi tra cui il 6° “Stormo di  Ghedi”. Durante un addestramento su F 104 cadde nei pressi della Mandolossa, salvandosi tramite il seggiolino eiettabile ma subendo gravi lesioni. Passato al 51° Gruppo di Istrana (TV),  il 13 giugno 1975 alle h 13,00, a bordo del suo Lockheed F 104, durante un normale volo di addestramento muore schiantandosi sul versante Nord di Monte Guardiola, l’ultima propaggine orientale del Gruppo del Gran  Sasso d’Italia a quota 1710 , compreso nel comune di Farindola.  In quel tragico incidente  intervenne la squadra del  Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, da poco costituita la Stazione dell’Aquila,  che ritrovò solo 500 grammi…..   dello sfortunato Ufficiale.   Il velivolo  aveva sull’ala il simbolo della squadriglia :  un gatto che bracca 2/3 topi.

Il Lockheed F-104 Starfighter è un aereo monomotore ad alte prestazioni e supersonico, raggiungeva quasi i 2100km/h,  sviluppato originariamente per la United States Air Force (USAF) come caccia intercettore. Fu uno degli aerei della Century Series e fu in servizio con l’USAF dal 1958 fino al 1969, proseguendo la carriera operativa nella Air National Guard fino a quando non fu radiato negli Stati Uniti nel 1975. La National Aeronautics  and Space Administration (NASA) ebbe in dotazione fino al 1994 una piccola flotta mista di varie versioni di F-104, utilizzati per prove nei regimi supersonici di volo e a supporto dei programmi spaziali.L’F-104C venne impiegato dall’USAF durante la guerra del Vietnam, mentre gli F-104A vennero schierati dal Pakistan nel corso delle guerre indo-pakistane.  Alcuni Starfighter dell’aviazione militare della Repubblica di Cina (Taiwan) si scontrarono nel 1967 con aerei della Repubblica Popolare Cinese sui cieli dell’isola contesa di Quemoy. La versione finale dell’F-104 fu l’F-104S, caccia intercettore ogni-tempo,  progettato dalla Fiat aviazione, divenuta poi Aeritalia, per l’Aeronautica Militare italiana e dotata di missili aria-aria a guida radar AIM-7 Sparrow. Una versione di F-104 ad ala alta ampiamente riprogettata e denominata CL-1200 Lancer (o Lockheed X-27), non andò oltre lo stadio di realizzazione del mock-up.  Da una serie di modifiche rispetto al progetto originale, nacque il modello F-104G, che vinse il concorso NATO per un nuovo cacciabombardiere. Vennero anche prodotte diverse versioni biposto da addestramento, la più numerosa delle quali è stata la TF-104G. Nel complesso vennero realizzati 2578 Starfighter, per lo più da aziende aeronautiche di paesi membri della NATO. L’F-104 andò in dotazione alle forze aeree di oltre una dozzina di nazioni, concludendo il servizio operativo con la radiazione da parte dell’Aeronautica Militare italiana nel maggio 2004, circa 46 anni dopo la sua introduzione nel 1958 da parte dell’USAF.

Lo Starfighter arrivò all’attenzione del pubblico a causa dell’alto numero di incidenti e in particolare a causa delle perdite subite dalla aviazione militare tedesca. L’emergere dello scandalo Lockheed relativo a gravi casi di corruzione in occasione della stesura dei contratti di acquisto di velivoli prodotti dalla azienda statunitense, causò notevoli controversie politiche in Europa e in Giappone.

Capitano Pilota Giancarlo Vuanello

La stele

L’impronta del gatto sull’ala dell’F104

Il monumento sotto il monte Guardiola

Panorama sul “Centenario” dalla vetta del monte Guardiola



Tenente Pilota  Marco Adinolfi,  di Giuseppe e Landi Leda, nato a Salerno il 2 febbraio 1967, deceduto il 6 aprile 1994 a Castelli (TE), sotto la parete nord del monte Camicia.

L’8 novembre 1990 AMX precipita nelle campagne dell’Oltrepò pavese, in provincia di Piacenza, nell’impatto l’aereo si incendia, ma il pilota, Marco Adinolfi, 23 anni, del Secondo Stormo della base di Istrana nel trevigiano, si salva con il paracadute.

Il 6 aprile 1994, sempre un AMX decollato dalla Base di Istrana precipita sulle pendici del Monte Camicia, nel massiccio del Gran Sasso. Perde la vita il tenente Marco Adinolfi (lo stesso dell’incidente dell’8 novembre 1990), 27 anni, di Salerno, con al suo attivo oltre mille ore di volo

– Il cacciambombardiere ricognitore ‘Ghibli’ Amx, dalla sua entrata in servizio, nel 1990, registra una lunga scia di incidenti e di morti tra i piloti. Tre di loro sono morti fra febbraio e agosto del 2001. L’ultimo, Tiziano Castellucci, il 7 agosto 2001 a Campobasso. Altri due incidenti mortali si sono verificati pochi mesi prima: il maggiore Davide Franceschetti muore l’8 febbraio 2001 presso Treviso ed il 12 aprile 2001 un Amx cade in mare presso Rimini e muore il pilota, il Capitano Giuseppe Carrone.

I suoi commilitoni ne omaggiavano la memoria con una spada infissa nella roccia, e con un numero scritto con le pietre sopra la testata del Vradda: 264^, forse il numero della compagnia.

La spada nella roccia all’imbocco del sentiero per il Fondo della Salsa.

Uno dei carburtatori dell’AMX

Il volano motore dell’AMX rinvenuto alla Via dei Laghetti II

L’orrida parete Nord del Camicia dove è avvenuto l’impatto
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