IL TEMPIO: CANALE DELLA DIRETTISSTIMA: I SALITA

f residuo di un nevaioLungo la carrozzabile che va’ da Rocca di Mezzo a Secinaro, in prossimità dei Prati del Sirente a q 1129, c’è un parcheggio con un’area attrezzata per pic-nic, dove ha inizio la nostra alpinistica per raggiungere il Tempio 2099slm. Prima di inoltrarsi nel bosco di faggi c’è una Cappelletta dedicata a San Gualberto, Patrono dei Forestali. Per tracce di sentiero (labili segni rossi a tratti) si raggiunge la Fossa del Pratiglio (1399slm), dove un tempo ci doveva essere anche un piccolo laghetto per la presenza, tutt’ora, di piante palustri. Attraversata questa piccola fossa, si piega a dx, evitando di rimanere incassati nel vallone, dove alcune slavine ne hanno ostruito parzialmente il passaggio. Una volta usciti dal bosco, si raggiunge un conoide con la presenza di un piccolo nevaio che un tempo, forse, faceva parte delle “neviere” del Sirente. Infatti questa “labile traccia” conduce proprio alla base del nevaio.         “Un tempo non c’erano i frigoriferi, pertanto il ghiaccio bisognava andarlo a prendere in montagna, dove si formava in posti particolari, le cosiddette NEVIERE. Quest’ ultime erano depressioni naturali o artificiali, dove la neve si conservava fino ai mesi estivi e anche oltre. La pressione degli strati superiori su quelli inferiori provocava la formazione di cristalli di ghiaccio granulare durissimo. Nei tempi antichi ogni centro abitato aveva la sua neviera: in qualcuno di essi la raccolta della neve metteva in moto una non disprezzabile attività economica, come ad esempio nel paese di Secinaro, dove i “ nevaroli “ sin dal ‘500 erano soliti risalire il Sirente nel quale, a forma di imbuto, costituiva un frigorifero naturale, in cui si calavano con scala e con corde per tagliare con asce e coltelli la neve ghiacciata che riportavano in paese in gerle di vimini sul dorso di asini o muli. Tutto il paese era impegnato nell’attività, anche le donne e i bambini, che costruivano gerle e sacchi dove vi sistemavano la “cama” o “pula” e in assenza di queste foglie secche come isolante, cosi la neve di Secinaro giungeva fino a Bari. ( L. Lopez, 1991).” (Ricerche effettuate dall’Alpinista Rita Stutz)                                                                                                                                  

B L'itinerario di salita

Superata questa vedretta si comincia ad arrampicare su balze erbose e piccoli arbusti con passaggi fino al II , conquistando il canale più marcato, a q.1850, situato proprio sotto le pareti di destra del Canalone Majori. Dalla base del canale, molto ampia, dopo due piccoli e facili saltini, si raggiunge una comoda sosta (chiodo lasciato in posto), dalla quale si piega subito a dx con un passaggio di III, evitando una placca al centro del canale. Si risale, per circa 40m, una cengia erbosa e piccole roccette instabili, dove le protezioni sono un po’ difficili, fino a rientrare nel canale originario, dove è stata attrezzata una II sosta (materiale lasciato in posto). Si piega di nuovo verso dx, con un passaggio di IV+, per evitare il centro del canale formato, in questo tratto, da roccette instabili e strapiombanti che non consentono alcuna protezione. Si continua a salire su questa balza erbosa con passaggi fino al III-, fino a raggiungere la base della parete strapiombante del Tempio (70m).   A questo punto le difficoltà alpinistiche sono terminate; infatti con una piccola discesa verso sx si riprende il canale originario e, per un “comodo” pendio, formato da pietrame abbastanza stabile, si perviene alla selletta del Tempio, e da lì in vetta (30m). In questo piccolo tratto è stata applicata una corda fissa che ne facilita di molto la scalata alla vetta (2099 slm).   Per la discesa due opzioni: una volta scesi dal Tempio e riconquistata la selletta si risale verso Nord fino a raggiungere la cresta del Sirente (q.2278): 1) A sx per la vetta del Monte Sirente (3342slm) con discesa per la Valle Lupara (sentiero 15) fino allo chalet del Sirente (1156slm); 2) a dx per la cresta (sentiero 14) fino all’abitato di Rovere (1350slm).

Dislivello: 1179+ 1186- chalet   928- Rovere (tempo di percorrenza complessivo h8 ca. alpinistica)        

ALDILA’ di Rita Stutz

La mia traversata al Sirente, precisamente un mese fa, ha fatto sorgere l’ambizioso desiderio di conquistare il Tempio 2099 m.s.l.m. dalla base del versante Nord. Questo mio temerario “ TRAUM “, con a fianco il celebre alpinista Paolo Boccabella, è diventato una realtà che va oltre le conquiste degli OVER 2000 dell’Appennino in solitaria. In questo percorso alpinistico, affrontato per la prima volta da ambedue, avevo l’occasione di conoscere Paolo Boccabella, un’alpinista da me stimato per le sue innumerevoli ascese degli Over 4000 in solitaria, eseguite in gran parte nella mia patria: la Svizzera.

S La sosta di vettaTutt’ora, l’alpinista Boccabella è un inguaribile ed instancabile frequentatore dei rilievi montuosi, pronto a scalare la meta ( inteso come punto più alto della montagna) da più fronti in solitaria e a volte, per la fortuna di colei e di colui, è disposto a sacrificarsi in prima linea per aprire la via in sicurezza per i proseliti. I suoi fatti anticipano il suo nome: come esigente alpinista, oltre ad essere un maestro della situazione è sempre preoccupato in modo sproporzionato per il compagno in cordata, soprattutto nei passaggi di cospicuo difficoltà.

Il suo coraggio va oltre alle imprese e le scoperte di preziosi “gioielli” tra le ruvide pendici della montagna, testimonianze di un tempo ormai perduto, come la “Grotta del Capraro” sotto al Corvo del Gran Sasso. Oggi, purtroppo, coraggio significa anche, emancipazione inteso come indipendenza totale a frequentare una donna in montagna senza temere una valutazione sgradevole da parte della società: quest’ultima, nonostante l’attuale periodo di uguaglianza, non è sempre disposto ad accettare una scelta di questa importanza, per il discapito delle donne.

vLa sua vera anima, però, emerge di fronte alla bellezza dei fiori, sussurrando il suo nome in latino mentre assorbe il dolce profumo in silenzio apprezzando i suoi colori, oltre a osserva la sua perfetta conformazione.

Senza ferirli, come un acuto cacciatore inquadra da lontano la presenza dei camosci; sempre e comunque con il medesimo sguardo richiama all’ordine coloro che commettono un fatale errore in montagna; mai espresso come un rimprovero, ma offrendo la possibilità di andare oltre il proprio limite.

Tuttavia, la peculiarità di Paolo sta nella sua generosità, definita anche, come altruismo, abnegazione e magnanimità che trova la giusta ricompensa nella condivisione di una birra e in seguito di un pranzo, durante si condivide una moltitudine di emozioni vissuti insieme durante l’escursione, a prescindere la voglia di scherzare, di ridere e di sognare un mondo migliore.

T La Vetta 2099slmSono rimasta profondamente colpito per il semplice gesto da parte di un rispettato alpinista come Paolo Boccabella, riguardo l’inaspettata pubblicazione sul mio sito: una perfetta descrizione del percorso alpinistico lungo la parete nord del Sirente verso il Tempio 2099 m.s.l.m. arricchito con due fotografie. Questo grandissimo omaggio ho accettato come un in misurato premio commisurato al merito.

GRAZIE MILLE per tanto riguardo ed onore.

La Regina delle Solitarie.

 

 

 

 

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