Dai “crepacci” dell’agonizzante apparato glaciale del Calderone al ghiacciaio in espansione Pio XI

Un crepaccio  è un’alterazione geomorfologica della superficie di un suolo, di una roccia o di un ghiacciaio; con il termine si indica in genere una fenditura profonda e di grandi dimensioni. Si forma per effetto di uno squilibrio tra forze di natura contrastanti quali ad esempio lo scivolamento per gravità che supera localmente la forza di coesione del mezzo.

Il ghiacciaio Pio XI, o ghiacciaio Brüggen, è un ghiacciaio dell’emisfero meridionale al di fuori dell’Antartide, che è avanzato raggiungendo prima la costa occidentale, negli anni ’60, avanzando poi verso nord e verso sud,  esattamente  nella regione della Patagonia cilena. Esso fu battezzato in onore del papa dell’epoca da Alberto Maria De Agostini, missionario ed esploratore italiano, che giunse per primo in questa area nel 1931. Esso avanza giorno dopo giorno verso gli insediamenti indigeni, che nell’ultimo secolo sono stati ridotti enormemente.  Infatti è uno dei pochi ghiacciai dell’emisfero sud,  e, forse, anche  del mondo ad essere in avanzamento.  Un’altra caratteristica geologica degna di nota in quest’area è il vulcano attivo, ricoperto di ghiaccio, del Monte Lautaro.

Una barriera gigantesca che si estende nel mare, il Pio XI è lungo 60 km è il grande ghiacciaio dell’America Latina.  E’ un ghiacciaio scolpito dal vento  e dal sole. Il Pio XI  è una massa glaciale dalla memoria lunga e cresce di anno in anno.  E’ un paradosso,  il Pianeta Terra  si sta riscaldando, mentre il Pio XI cresce. Secondo alcuni scienziati, la maggior parte dei ghiacciai della Patagonia perde volume  ed è questo, forse,  che rende il fenomeno particolarmente singolare.  La fronte del  Pio XI  avanza invece a una velocità di circa 500 metri l’anno, sebbene perda massa ad un ritmo praticamente analogo. Una delle ragioni potrebbe essere  la  sua “apparente”  insensibilità ai cambiamenti climatici, in quello che i glaciologi definiscono la linea di equilibrio dei ghiacciai. Altri esperti  spiegano che l’aumento  o la perdita di volume non dipendono esclusivamente dalla temperatura ma anche dalla quantità e qualità delle precipitazioni nevose.  Inoltre, specialmente negli ultimi anni, in tutta l’area Patagonica cilena,  si  verificano  copiose  precipitazioni  sotto forma  di piogge congelate. Quale che sia la spiegazione, l’avanzata del  Pio XI  è comunque una buona notizia.

Slavina sul Ghiacciaio del Calderone

Ghiacciaio Pio XI Patagonia

Maggio 2020 il bacino glaciale del Calderone
Crepacci sul Ghiaccio del Calderone inverno 1966
Mulini glaciali sul Calderone estate 2018
Veduta su google maps anno 2012

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