Il laghetto Sofia è tornato…solo per un giorno

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136a. – LAGO SOFIA m 2678. –La storia

Nella conca situata ai piedi del Ghiacciaio del Calderone, si forma in qualche estate il Lago Sofia o del Calderone. Le acque di fusione del ghiacciaio che si raccolgono a seconda dell’epoca in uno o più ruscelli, confluiscono generalmente in un inghiottitoio e poi si perdono fra le ghiaie permeabili della morena frontale. L’Ing. Dino Tonini, nei suoi annuali sopralluoghi al Ghiacciaio del Calderone, notò che se l’inghiottitoio si intasa per un eccessivo apporto del materiale morenico di fondo, dovuto ad una eccedenza temporanea dell’afflusso delle acque di fusione, rispetto al sempre limitato deflusso attraverso la morena, si forma il lago. Lo specchio d’acqua si manifesta soprattutto nei periodi di forte regresso del ghiacciaio. Nell’estate 1946, epoca nella quale fu osservata la maggiore espansione, aveva un diametro di circa 60 m e la q. 2684; nel 1947 aveva 8 m di diametro. Sulla sponda del lago, coperte di neve, sono state notate caratteristiche tane di talpa glaciale dell’altezza di 3 – 4 cm e del diametro di 20-30 cm coperte da uno strato di finissimo limo. Queste tane si formano in corrispondenza di piccoli inghiottitoi quasi filtri d’acqua, che richiamando le acque di fusione portano ad un concentramento locale di particelle solide che, in prosieguo di tempo, costituisce una buona protezione contro il generale scioglimento della coltre nevosa. Nel settembre 1951 aveva un diametro di 15 m; nell’estate del 1953 il lago era scomparso, nel 1955 si era nuovamente formato ma in misura molto ridotta poi, è nuovamente scomparso. Il 23 luglio 1967 è stato notato da V. Martello.

Fotomontaggio realizzato da Vincenzo Brancadoro

Gli “spiaggianti”:  fotomontaggio attraverso una foto d’epoca del  1935

Relazione dell’8 settembre 2016

Il Laghetto Sofia al Ghiacciaio del Calderone, il più basso d’Europa: tornò!……. solo per un giorno. Un evento d’altri tempi. Vi assicuro che è stato uno spettacolo commovente. Alcuni dati tecnici: diametro 20 -25 metri, profondità cm 150, ruscelli immissari n 3. Il giorno che l’ho visto aveva già perso cm.80 di acqua, rilievo effettuato attraverso il limo rilasciato sulla morena glaciale. Intitolato a Sofia e non “Maria” perché negli anni ’20 è stata una delle prime donne a morire sul Gran Sasso (dai racconti del Cardinale presso la Santa Sede Corrado Bafile -Alpinista Doc morto nel 2005 le cui spoglie sono sepolte presso la chiesa di S.Maria Paganica a L’Aquila e Andrea Bafile M.d.V.M.). Purtroppo per la breve durata del Laghetto le “talpe glaciali” (le talpe glaciali non sono animali ma particolari forme di accumulo limoso dovute alla circolazione dell’acqua, ricca di elementi in sospensione, nei pressi degli inghiottitoi) non si sono formate; d’altra parte è stato un fenomeno eccezionale in quanto delle violente grandinate hanno occluso i “sifoni di ghiaccio” che poi si sono gelati formando uno strato impermeabile, una volta risalita la temperatura i sifoni si sono riaperti e l’acqua è defluita di nuovo.

Paolo Boccabella

 

 

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