Recentemente sono stato ospite nella sua casa romana dell’Amico Francesco Speranza, classe 1934, socio della Sezione Aquilana del Club Alpino Italiano già dal 1950. Durante la piacevole conversazione lo sguardo mi è andato su una foto incorniciata posta su un mobile, dov’era riportata un’epigrafe impressa sopra a delle rocce, a me già nota: “Via della Coppitana”.
Mi sono incuriosito sul perché avesse incorniciato questa fotografia e gliel’ho chiesto. La simpatica scritta si trova sull’ampio terrazzo sotto il Torrione Cambi (una delle quattro vette del Corno Grande), che affaccia sull’apparato glaciale del Calderone. Francesco, senza esitazione alcuna e con l’entusiasmo che lo contraddistingue, mi ha offerto la sua testimonianza. D’altra parte il motivo per il quale avesse questa immagine ben visibile a qualsiasi ospite, era fondato, come vedremo in seguito.
Nel corso degli anni tante storie sono state raccontate sull’origine di questa epigrafe, qualcuno avanzando delle ipotesi fantasiose, qualcun altro rivendicandone la paternità. Oggi, grazie al breve racconto fattomi da Francesco, siamo in grado di conoscere la verità.
Negli anni cinquanta del secolo scorso, la Sezione Aquilana del CAI dava mandato a soci e simpatizzanti, quelli più volenterosi, ognuno per le proprie capacità e competenze, di realizzare e tracciare i sentieri escursionistici nonchè alpinistici sulle nostre montagne, quelli di cui oggi sono calpestati da escursionisti e alpinisti. Tale attività avrebbe permesso poi di pubblicare una carta topografica a uso della collettività, con l’indicazione di tempi di percorrenza, dislivelli, difficoltà degli itinerari, note storiche, ecc .
Negli anni 1956 – 1957 Francesco Speranza e Vittorio Agnelli, classe 1925, soci molto attivi della predetta Sezione, furono incaricati di segnare il sentiero alpinistico che corre dalla Comba del Bivacco Bafile, attraversa il terrazzo e, passando per la Forchetta Gualerzi, raggiunge la Vetta Centrale del Corno Grande. Nel momento in cui i due alpinisti si trovarono sulla nota balconata, basandosi su alcuni elementi che andremo a raccontare, la battezzarono: “Via della Coppitana”.
A quel tempo esistevano ancora le case chiuse, laddove si esercitava la prostituzione in forma “organizzata”. Contemporaneamente a L’Aquila c’erano tre Signore di facili costumi, i cui nomi o pseudonimi conosciuti erano: Valeria, Ferro Filato e la Coppitana. Queste tre donne non appartenevano al circuito dei bordelli, ma svolgevano la medesima professione liberamente. Alle prime due, Valeria e Ferro Filato, erano già state intitolate vie sul Gran Sasso, mentre rimaneva “libera” la Coppitana: dunque, di comune accordo, Francesco e Vittorio le fecero questa simpatica dedica.
Per dovere di cronaca: la “Valeria” è una via di arrampicata sul Corno Piccolo, mentre per “Ferro Filato” la dedica riguardava una via ferrata sul Gruppo del Gran Sasso non meglio precisata.