Tra storie e leggende popolari: il Lago “Cratere” del Sirente.

Nascosto tra le montagne del Parco Regionale Velino-Sirente si trova un laghetto la cui origine è ancora incerta, ma l’ipotesi più accreditata è quella  di un laghetto carsico,  rimaneggiato più volte dai locali,  a servizio della pastorizia. Qualche studioso ha ipotizzato qualcosa che ha a che fare con un meteorite che nella caduta ha dato origine a questa grossa “marmitta”. Ma ricostruiamo le varie storie (foto 1-3-4-10).         

Tra l’altro la regione Abruzzo è conosciuta per essere la “regione verde d’Europa”. I suoi tre parchi nazionali – il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Majella e quello del Gran Sasso – Monti della Laga,  sono i fiori all’occhiello di questo territorio dagli scorci naturali meravigliosi. C’è un’altra zona protetta istituita nel 1989 ed è il Parco Regionale Velino-Sirente, che custodisce un luogo unico nel suo genere e ricco di emergenze particolari. La sua particolare bellezza non si ferma qui solo alle rocce, ai boschi, ai panorami, ecc, ma all’interno del Parco si trova un angolo dove si ha la sensazione di essere finiti su un altro pianeta. Proprio sulla carrozzabile che collega Rocca di Mezzo con Secinaro si trova un altopiano meraviglioso a circa 1.100  metri di quota, denominato i Prati del Sirente, punto di partenza per escursioni trekking e attività all’aria aperta in ogni stagione dell’anno, dove insiste anche una cappellina dedicata a San Gualberto (foto 2), patrono di quello che un tempo era il Corpo Forestale dello Stato. A dominare sull’altopiano è l’immagine del Monte Sirente con la caratteristica bastionata alle cui falde si trova un piccolo lago che a prima vista potrebbe sembrare null’altro che un semplice specchio d’acqua stagionale. E invece la sua storia è tutt’altra, piena di fascino e mistero. Qui tutto sembra essere avvolto in un alone magico e fantasioso. Questa sensazione aumenta sempre più quando poi ci si ritrova al cospetto del Lago di Sirente, conosciuto anche come “Cratere” del Sirente.                                                                        Le sue origini infatti, nonostante non ci siano ancora prove scientifiche valide in maniera assoluta, questa ipotesi è una  tra quelle accreditate. Il “Cratere” del Sirente si sarebbe quindi generato più di 1500 anni fa quando un meteorite dal diametro di 10 metri sarebbe caduto creando questo enorme buco dal diametro di circa 130 metri. Se così fosse, si tratterebbe dell’unico cratere meteoritico in Italia e, forse, uno dei pochissimi crateri del genere presenti sul nostro pianeta. In totale sarebbero infatti circa 150. A ipotizzare per primo questa teoria fu il geologo svedese Jens Ormo il quale, una volta arrivato in Italia per motivi di studio, rimase colpito dalla conformazione del lago. Il fatto che lo specchio d’acqua avesse un bordo particolarmente rialzato di circa 2,50-3,00 metri rispetto al terreno pianeggiante che lo circonda, gli fece subito pensare alla struttura tipica dei crateri originati dall’impatto da meteorite. Le sue intuizioni convinsero anche altri studiosi italiani, tra cui Angelo Pio Rossi, i quali portarono avanti alcune ricerche per approfondire la questione. Le analisi condotte con la tecnica del carbonio14 indicarono il periodo d’origine del cratere intorno al 300-400 dopo Cristo.

Secondo altri racconti, il cratere potrebbe anche essere stato generato dalla cometa osservata dall’imperatore Costantino e dal suo esercito prima della battaglia di Ponte Milvio nel 312 a.C. Si dice che Costantino avrebbe visto una scia luminosissima correre nel cielo. La scia abbagliante portava delle parole ‘’In hoc signo vinces’’, ovvero “sotto questo segno vincerai”. L’imperatore però non avrebbe ben capito il significato di quella visione. Si dice poi che l’imperatore abbia sognato quella stessa notte un angelo il quale gli avrebbe mostrato una croce e ripetuto le stesse parole lette durante la visione della scia luminosa. A questo punto Costantino avrebbe quindi interpretato il tutto come un segno mistico che lo avrebbe spinto alla conversione al Cristianesimo.

Un’altra ipotesi, secondo i naturali, la più accreditata, è quella di un’opera costruita dall’uomo, a scopi puramente pastorali. Sicuramente in tempi antichi in quella zona dei Prati c’era una piccola depressione dove affluivano  le acque, provenienti dallo scioglimento delle nevi del Sirente, che rimanevano fino a tarda stagione, per cui i locali non hanno fatto altro che scavare e con la terra di riporto hanno costituito  un argine perfettamente circolare, interrotto da una  sola apertura verso monte del piccolo bacino. Infatti questa ipotesi e suffragata dalla presenza  di un piccolo rivolo, sulla parte nord-ovest del lago,  che fungerebbe da immissario (foto 1 e 4).    L’esistenza di questo canale fa supporre, in primis che a monte ci potrebbe essere una zona sorgiva, in secundis l’incavo è stato anch’esso rimaneggiato più volte per raccogliere più acque possibili, sia dallo scioglimento delle nevi, che dalle acque piovane. Analoghi laghi li ritroviamo su tutta la catena del Velino-Sirente, come ad esempio, il lago dei Piani di Pezza (foto 5), il Laghetto sui Monti di Bagno vicino alla Grancia di Santo Jaco (foto 6), ma pozze d’acqua di modeste dimensioni le troviamo perfino sotto la vetta di  Monte Ocre a circa 2000 metri di quota con, addirittura, tre piccoli sbarramenti realizzati in pietra e zolle di erba, piccole ma importanti opere alpestri costruite sempre dall’uomo (foto 7).                                                                   Anche sulla Catena del Gran Sasso d’Italia di questi laghetti, a servizio della pastorizia, ve ne sono diversi come ad esempio: sui Piani di Camarda, nei pressi della Fonte Rinniccio (foto 8), Racollo,  ecc.  (foto 9).                                                             Scienza, misteri e leggende a parte, ciò che è certo è che il “Cratere” del Sirente è uno dei luoghi più suggestivi e particolari d’Abruzzo e d’Italia, dove si percepisce un’atmosfera particolare che va vissuta almeno una volta nella vita durante un viaggio in questa splendida regione del nostro Paese.
In passato altre autorevoli figure si sono espresse sull’origine del lago che attraverso dati scientifici dimostrano l’origine antropica del laghetto in questione:
Speranza, Fabio; Sagnotti, Leonardo; Rochette, Pierre; An anthropogenic origin of the “Sirente crater,” Abruzzi, Italy. Meteoritics & Planetary Science, Vol. 39, No. 4, p.635-649, 2004.

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1111/j.1945-5100.2004.tb00926.x

(1) Il Lago 1109slm sui Prati del Sirente. in evidenza l’intaglio dell’argine.
(2) La discreta cappellina di San Gualberto appena sopra ai Prati del Sirente ai margini del bosco a q1174slm
(3) Il Lago 1109slm e l’imponente bastionata del Sirente

(4) Il canale di adduzione sul Lago del Sirente
(5) Lago di Pezza 1441slm
(6) Il Laghetto a q 1780slm nei pressi del valico dei Monti di Bagno vicino alla Grancia di Santo Jaco
(7) Piccole raccolte di acqua sotto la vetta di Monte Ocre a q 1970slm
(8) Lago di Camarda a q 2050 nei pressi della Fonte Rinniccio (Catena Gran Sasso d’Italia)
(9) Lago Racollo a q 1573 sul Piano del Bove nei pressi dell’Altopiano di Campo Imperatore
(10) L’interruzione dell’argine per far posto alle acque di fusione.
2 comments to “Tra storie e leggende popolari: il Lago “Cratere” del Sirente.”
  1. Un lavoro che dimostra con dati scientifici l’origine antropica del laghetto di Secinaro:
    Speranza, Fabio; Sagnotti, Leonardo; Rochette, Pierre; An anthropogenic origin of the “Sirente crater,” Abruzzi, Italy. Meteoritics & Planetary Science, Vol. 39, No. 4, p.635-649, 2004.

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