IL CASCO: QUELLO SCONOSCIUTO

Il casco è un attrezzo indispensabile in montagna e in tutti gli ambienti ostili ed impervi nel mondo alpinistico e speleologico. La sua funzione peculiare si espleta proteggendo il capo di chi lo indossa tramite l’attenuazione dell’intensità del trauma a carico della scatola cranica, consentendo in questo modo di ridurre e, in alcuni casi, di evitare il pericolo di morte o quello di invalidità prolungata dovuto ad un qualsiasi impatto. I suoi campi di utilizzo variano dall’arrampicata su roccia a quella su ghiaccio, dalle discese con gli sci alle grandi attraversate di ghiacciai, dalla speleologia al soccorso e moltissime altre. Ogni singola attività presenta diverse problematiche ambientali che attraverso diversi tipi di usura, che sia essa meccanica o del tempo, compromettono la tenuta e la funzionalità dell’elmetto.

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In questi anni i caschi potrebbero essere oggetto di diversi studi mirati al miglioramento della loro capacità di assorbimento degli urti in modo da raggiungere un livello di sofisticazione che non avrebbe nulla da invidiare ai ben più costosi caschi per uso automobilistico e motociclistico. Lo sviluppo sinergico di materiali e forme, nel rispetto delle normative di omologazione e l’impiego di moderni strumenti di progettazione virtuale potrebbe certamente contribuire all’ottenimento di tali risultati. Attualmente in commercio si trovano sostanzialmente tre diverse tipologie strutturali di caschi da alpinismo: i tradizionali, i moderni combinati e gli ultraleggeri con struttura di tipo “in-mould”. Caschi tradizionali Sono i classici caschi dal design semplice, leggero e confortevole, costituiti da una calotta stampata ad iniezione in polietilene HD di spessore variabile da 2 mm fino a 3 mm ed una struttura interna a cestino in fettucce di nylon. La calotta esterna deve essere in grado di scaricare l’energia d’impatto al telaio. Caschi combinati Sono caschi di stampo moderno, costituiti da una calotta esterna (che può essere in ABS o polietilene stampati ad iniezione, oppure in lastre di policarbonato termoformante a caldo) con top interno in polistirolo ad alta densità. Il passo innovativo di questa soluzione costruttiva risiede nell’aver introdotto al di sotto della calotta uno strato di polistirene espanso ad alta densità che risulta particolarmente adatto all’assorbimento di energia. Caschi ultraleggeri Di ultima generazione, sono caschi da alpinismo costruiti con struttura “in-mould”, presentano una geometria alquanto complessa, caratterizzata spesso da numerose fenditure per favorire la ventilazione interna.

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La calotta esterna è generalmente realizzata in policarbonato con spessore di 1 mm, la quale non svolge una funzione prettamente strutturale, ma piuttosto favorisce la distribuzione delle tensioni sulla superficie del casco limitando la localizzazione degli sforzi. Il rivestimento esterno inoltre assicura una certa protezione dalle abrasioni e contribuisce a proteggere il guscio interno. Quest’ultimo è realizzato in polietilene espanso ad alta densità con spessore variabile da 10 mm fino a 30 mm; la schiuma polimetrica è particolarmente adatta ad assorbire l’energia dell’impatto ed inoltre presenta un basso peso specifico, favorendo la realizzazione di una struttura complessivamente leggera. Inciso sulla vita media del casco da alpinismo Nell’attività alpinistica si presentano spesso situazioni in eventuali errori o distrazioni esporrebbero a rischio la vita, un pezzo di ghiaccio od una roccia che cadono contro l’alpinista potrebbero, nella migliore delle ipotesi, compromettere la riuscita dell’impresa. Sebbene avvengono spesso incidenti, al giorno d’oggi non è pensabile che questi siano causati dalla trascuratezza nella scelta dei materiali: l’alpinista deve rendersi conto di quando è ora di rinnovare il proprio materiale. Il fattore tempo è fondamentale anche se sicuramente un casco ancora imballato e rimasto al buoi per 10 anni risponderà meglio al drop test rispetto ad uno stesso modello utilizzato magari per soli due anni. La vita media di un elmetto si può considerare di circa 4 anni per una persona che fa abbondante attività alpinistica, ma la scelta di cambiare il proprio casco non deve basarsi sul tempo di possesso o di utilizzo ma bensì sul suo stato di degrado o di invecchiamento (segni di cedimento e imperfezioni come microrotture della calotta per piccoli urti o perdite di tenuta dei collanti. Nel caso dei caschi, le garanzie delle ditte si aggirano su 3-4 anni: questo non vuole assolutamente dire che superata questa soglia gli elmetti non funzionano più, si è visto tuttavia che elmetti utilizzati frequentemente per periodi superiori ai 3 anni presentano uno stato di degrado molto più avanzato.

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