LE ORIGINI DEL NOME FOSSA

Dal prezioso libro di P. Gerolamo Costa “Il Convento di S.,Angelo di Ocre e le sue adiacenze” ed 2^ 1954

“Il paese denominato Fossa  è situato su di un colle che prolungasi  a figura semicircolare, ma con tagliatura alquanto lunga da sud a nord. Come e perché prendesse tale nome, non si sa.  Si può, con buona ragione, credere che lo avesse appunto dalla sua posizione topografica;  essendo che gli sta sopra una lunga, brulla, altissima rupe scaglionata, e da la parte di settentrione lo chiude un colle, il quale, gradatamente  elevandosi, va su fino  al Convento di Sant’Angelo di Ocre”.   Un altro motivo è quello della antica “fossa”  delle Frainine, dapprima utilizzata come discarica e  successivamente riempita  con materiali  inerti,  ricavandone una grande piazza dove, fino a prima del noto sisma,  si organizzava la tradizionale “sagra della bistecca”  ed  altre  manifestazioni patronali.  Sempre in questa “fossa”, durante la II Guerra Mondiale,  vi precipitarono tre camion appartenenti all’’Esercito Tedesco  i quali non vennero  mai più risaliti e rincalzati  successivamente.   In questa depressione  vi era anche un manufatto abitato da due famiglie: Tomassi  e D’Allfonso  Micchilino. Quest’ultimo era un bravo calzolaio ed aveva quattro figli,  uno di questi: Emilio era un tipo divertente ma anche geniale:  aveva inventato una dinamo che, collegata alla bicicletta, riusciva ad illuminare la propria casa.  A  quel tempo l’energia elettrica non era  ancora arrivata a tutte le abitazioni e non tutti se la potevano permettere.

Dal prezioso libro a firma di Igino Di Marco “Un Aquilano a Fossa”:

“Gli archi – La penuria di spazio per abitazioni e soste, a Fossa sempre stata, indusse fin dai tempi antichi a voltare sulle strade parecchi archi fra case antistanti: pesolati in legno, prima, volte in muratura, poi. Si ricavarono, così parecchie stanze ed anche interi appartamenti.

Ecco gli archi: (21) 3 a Capolaterra: di Beniamino, di Bernardo, di Marinello: 3 a La Fonte di Cianchitto, dei Lazzaro, di Polonzio; 3 a Piedi La Chiesa dei Masseri, dei Santenucci, della Piazza; 3 a Capo La Chiesa: di Mariantonia, delle Coste, dei Campione; 3 in altre parti dei Bonanni, dei Fagioli, di Giansaverio; 3 terremotati 1915, poi demoliti: di Funnillo, dei Campanelli, del Forno; 3 senza uscita e che a Fossa chiamano “portoni”: di Fragolina, dei Francia (demolito in parte nel 1915), dei Murichigli. Fra questi ultimi 3 è da guardarsi il primo per il bel portale rinascimentale e, se fosse ben tenuta, la facciata su cui si apre. Sopra gli archi, dunque, si abitava: sotto gli archi si transitava, si ripigliava fiato, si aveva il conforto dell’anticasa e, gli animali, dell’antistalla. Vi si trovava riparo al troppo che dava il fuori di aria, di luce, di favorevole, di contrario e vi si trovava, altresì, in quelle isole asciutte nei giorni di pioggia, un qualche cosa che ti accoglieva di buon animo, che ti dava (d’altra specie) ciò che la casa, coi suoi vincoli, non poteva darti e senza che tu fossi obbligato a dire “grazia”. Anche i venditori occasionali, al riparo dal sole e pioggia, vi esponevano le loro mercanzie….”. Venivano utilizzati anche per far asciugare legumi ed altri  prodotti agricoli in caso di piogge persistenti, tenere riunioni tra vicinati in caso di tempo avverso.   

L’antica “fossa” delle Frainine, oggi diventata piazza.

Panorama su Fossa dalla Ciciuetta con il monte Circolo detto anche “la balena”. La leggenda che aleggia su questo monte: Si racconta che era un enorme mucchio di grano quando un povero mendicante , Gesù, passò da quelle parti chiedendo l’elemosina. I residenti del luogo gli risposero che non avevano niente da offrire, tanto che cercarono di “ricoprire ” la montagna con legna e stracci, per “nascondere” il prezioso grano. Gesù, non si fece ingannare, tornò con quattro mule per caricare un pò di grano da offrire alla gente povera. I contadini si opposero con tutte le loro forze rimandando indietro il povero uomo, non solo, risero anche di lui. Trascorsa la notte, l’indomani, dall’abitato di Fossa, i contadini videro che quell’enorme cumulo di grano era stato trasformato in una collina, tanto particolare e anomala nella pianura di Fossa e dell’Aterno.

Giuseppe D’Annunzio “Fossa è sempre stata, dai tempi di Aveia, la porta della conca aquilana per la Marsica. Da questa foto mi sembra di riconoscere l’antica viabilità. Il taglio  trasversale che sale da dx verso sx è quello principale da Forcona e Peltuinum.  Il taglio dal paese che sale verso dx (Il convento di Sant’Angelo) è stata aperta solo nel 1952”.

L’arco della Torre

Scalinata di un arco nei pressi di Funnillo rimaneggiata più volte

L’unico arco già ristrutturato

La neve “ringiovanisce” anche le cose vecchie

la Grotta Speleo Mitraico (La Ciciuetta)

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